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Moria di Api

5 gen 2011, Il Velino

Moria api, Unaapi: Italia “salva”, ma da Wikileaks torbida storia Usa

La moria di api torna ad essere un tema caldo dopo le ultime rivelazioni di Wikileaks sui neonicotinoidi, i pesticidi sistemici che sembrano entrare nella linfa vitale delle piante – attraverso la dispersione delle polveri in fase di semina – persistendovi fino al periodo della fioritura. Rendendo il fiore un inganno letale per le api che vanno a bottinare in primavera. Secondo il presidente Unaapi Francesco Panella – che ha condotto in Italia una vera e propria battaglia contro le multinazionali della chimica – negli Stati Uniti ci sarebbe stato il rischio di “collusione” tra l’Epa, l’agenzia Usa dell’Ambiente e il colosso dell’agrochimica Bayer. “Una nota interna dell‚EPA datata 2 novembre 2010 e resa pubblica da WikiLeaks – scrive sul sito dell’associazione di categoria – è l’ennesima conferma che l‘Agenzia Ambientale statunitense ha ignorato gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati…per autorizzare illegalmente la clothianidina, l’insetticida che ha consentito così al colosso della chimica di realizzare un business di 183 milioni di euro (circa 262 milioni di dollari) nel solo 2009”. L’insetticida clothianidina è ampiamente usato dal 2003 per la protezione dei semi del mais, la più importante coltura degli Stati Uniti che vanta un estensione di 88 milioni ettari.

Tra le cause del fenomeno della moria di api prende sempre più corpo l’ipotesi che il fattore chiave sia il crescente uso di pesticidi e in particolare dei nuovi insetticidi neonicotinoidi (derivati dalla nicotina). Tanto è vero che l’Italia ha firmato a settembre per la terza volta consecutiva la sospensione di tali pesticidi per iniziativa prima del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, poi del suo successore Giancarlo Galan. “E oggi le api italiane non muoiono più”, precisa Panella al VELINO. Introdotti alla fine del 1990, questi insetticidi sistemici hanno acquisito una crescente importanza se non preponderanza nel mercato dei pesticidi. “Negli anni seguenti all’avvento degli insetticidi neurotossici sistemici – spiega Panella – è iniziato infatti il declino delle api”.

Il documento pubblicato da WikiLeaks, trapelato grazie all’apicoltore del Colorado Tom Theobald – riporta ancora il presidente di Unaapi – rivela che gli scienziati dell’EPA hanno revisionato e respinto le conclusioni di uno studio condotto per conto della Bayer, che l‚agenzia aveva presentato per ottenere la registrazione della clothianidina. Nel contempo gli scienziati hanno espresso la preoccupazione che l‘uso di clothianidina possa mettere in pericolo la salute delle api. Nel febbraio 2003 la divisione EFED di EPA rifiutava la registrazione di clothianidina, dichiarando la necessità di altri studi per escludere danni alla popolazione di api. Nel report, l‚EFED spiegava così la decisione: “La possibilità di esposizione tossica di impollinatori non – target (ad esempio: api) attraverso il trasloco di residui di clothianidina dal trattamento delle sementi (mais e colza) induce l’EFED a richiedere test di campo, per valutare la possibile esposizione cronica di larve d‘api e api regine. Al fine di valutare pienamente le possibilità d’effetto tossico, un studio completo sul ciclo di vita dell’ape operaia (circa 63 giorni) deve essere effettuato, oltre che una valutazione di esposizione delle api regine”. “Ma già nell’aprile 2003, due mesi dopo – prosegue Panella – l‚EPA faceva marcia indietro: ‘dopo un esame più approfondito’, l‘agenzia con un‚altra nota decide di concedere alla clothianidina l’autorizzazione con riserva, pur con la richiesta di completare lo ‘studio del ciclo di vita dell’ape’”. Nel marzo 2004, Bayer chiedeva una proroga per concludere lo studio sul ciclo di vita dell’ape. L’11 marzo, l‘EPA concedeva alla multinazionale della chimica una dilazione fino a maggio 2005, per completare la ricerca.

L’EPA non si limitava alla dilazione “ma concedeva – ricostruisce Panella – anche alla Bayer di effettuare lo studio sulla colza in Canada, invece che sul mais negli Stati Uniti. La giustificazione dell’EPA è: ‘la colza è importante per l’ape ed esporrà le api sia al polline e sia al nettare. Il mais è meno attraente per le api e solo per il polline’. Nell’agosto 2007, la Bayer consegnava, infine, lo studio che nel mese di novembre l’Agenzia Usa per l’Ambiente dichiarava valido per lo studio scientifico poiché ‘soddisfa i requisiti di test di tossicità in campo per le api’. “L’Epa rifiutava quindi di rendere pubblico lo studio appellandosi al Freedom of Information Act”, continua il presidente Unaapi. Tanto che l’associazione Natural Resources Defense Council – NRDC – attivava quindi una denuncia ottenendone, a seguito di procedura giudiziaria, la pubblicazione. “Reso pubblico lo studio effettuato per Bayer dai “ricercatori” dell‚Università canadese di Guelph – si legge ancora sul sito di Unaapi – emergevano i primi dubbi. Nello studio si compara lo stato di salute di alveari collocati al centro di campi con semi trattati con clothianidina e in campi di controllo non trattati. L’indecenza – precisa il presidente dell’associazione di categoria – è che sono campi di solo 2,5 ettari, e tra quelli di prova e quelli di controllo la distanza è minima: non più di 968 metri”.

Il memo trapelato grazie a WikiLears datato 2 novembre e sottoscritto da due scienziati dell‘EPA esprime viva preoccupazione per il gran rischio cui l’uso di clothianidina espone gli insetti non-target: “La clothianidina è un insetticida neonicotinoide persistente e sistemico. Studi sulla tossicità acuta sulle api dimostrano che la clothianidina è altamente tossica sia per contatto e sia per via orale. Anche se EFED non conduce … valutazioni di rischio sugli insetti non-target, le informazioni da test standard e studi di settore, così come le denunce di incidenti che coinvolgono altri insetticidi neonicotinoidi (ad esempio, imidacloprid) suggeriscono il potenziale di rischio a lungo termine tossico per le api e altri insetti utili„. “I due ricercatori EPA – Joseph DeCant, e Michael Barrett ndr – sostanzialmente invalidano lo studio finanziato dalla Bayer”, tuona Panella. E ancora, riferendosi al pesticida, gli autori scrivono: “Un precedente studio di campo ha valutato gli effetti del clothianidina su tutti i parametri dell’alveare ed è stato classificato come accettabile. Tuttavia, successivamente a un’ulteriore recensione, alla luce di ulteriori informazioni, sono state individuate carenze, che rendono lo studio supplementare. Non soddisfa le linee guida 850.3040, ed è necessario un ulteriore studio sul campo è per valutare gli effetti sulle api della contaminazione con clothianidina di polline e nettare”. Dal documento dei ricercatori EPA sembra emergere una esplicita dequalificazione dello studio, grazie al quale è stata ottenuta, e data, la registrazione d’autorizzazione d’uso per il mais. “Ma nonostante lo scandalo l’EPA ha dichiarato che non ha alcuna intenzione di modificare la sua decisione sull’autorizzazione della molecola killer degli insetti non – target”, incalza il presidente Unaapi. Anzi, “l’EPA ha addirittura negato la dequalificazione dello studio Bayer, difendendone la validità scientifica, contraddicendo i suoi stessi ricercatori”.

Da parte sua la Bayer in un comunicato ha poi affermato che “la clothianidina è il trattamento delle sementi di mais leader negli Stati Uniti ed è stato ampiamente utilizzata da oltre sei anni senza incidenti per le api“. “Chissà come mai – insiste Panella – la stessa Bayer ha già ammesso che a causa della clothianidina si sono persi i due terzi delle api nella regione del Baden-Württemberg in Germania”. Tanto è vero che proprio a causa degli effetti a rischio per le api la molecola è vietata in vari paesi europei. Secondo la Penn University “se lo studio prodotto per Bayer è quello di riferimento per l’autorizzazione EPA della clothianidina, allora tale autorizzazione è priva di basi scientifiche”. E quindi ha esortato l’EPA a revocarne la registrazione. “Alla luce di tutto ciò il National Honey Bee Advisory Board e la Federazione americana di apicoltura, l’Associazione Americana di produzione del miele, Beyond pesticide, Pesticide Action Network North America, ed il Centro per la diversità biologica hanno chiesto che l’EPA prenda urgentemente misure per fermare l’uso di questa sostanza chimica tossica”, spiega ancora il presidente dell’associazioni degli apicoltori. Diversa la situazione in Italia, “dove si è chiusa, dopo il rinnovo della sospensione dei neonicotinoidi, una meravigliosa stagione”, tuona Panella. “Le api non muoiono più”. Ma c’è il rischio che a giugno si rimetta tutto in discussione dato che è in corso d’opera un brevetto che dovrebbe evitare la dispersione della polvere tossica nei campi in fase di semina. “Rimarrà tuttavia – secondo il presidente Unaapi – il problema relativo ai danni causati dalla contaminazione del nettare del polline”.

(Edoardo Spera) 5 gen 2011