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Bhopal

Comunicato Stampa, 1 Dicembre 2009
Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer

„Bhopal è una storia di avidità e profitto delle multinazionali“

Intervista con Rachna Dhingra della International Campaign for Justice in Bhopal (ICJB)

Rachna Dhingra, 32 anni, originaria di Delhi, aveva solo sei anni quando, nel 1984, il più grave disastro industriale del mondo colpiva Bhopal. Rachna ha studiato negli Stati Uniti, unendosi a un gruppo di studenti che si occupava del disastro di Bhopal. Nel 2000 ha concluso gli studi con una laurea in business e nel gennaio del 2003 è andata a vivere a Bhopal. Adesso Rachna è una forza importante sia nella campagna internazionale della ICJB, che localmente, col gruppo di informazione e azione Bhopal Group of Information and Action. Prima di tornare in India ha lavorato per la Dow Chemical, compagnia imparentata con la Union Carbide Corporation che, all‚epoca del disastro, era proprietaria della fabbrica di Bhopal. La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG Germania), ha incontrato Rachna Dhingra a Leverkusen, sede del quartier generale della Bayer Corporation.

Qual‘è la sua motivazione personale per impegnarsi nella Campagna internazionale per la giustizia a Bhopal?
Mi piace quello che faccio. Per me non è un sacrificio, ma una cosa che mi aiuta a dormire meglio la notte, senza rimorsi. Quello che più mi fa rabbia è che ancora oggi, a distanza di 25 anni dal disastro, il governo consenta alla gente di bere acqua contaminata. Ognuno è spinto da qualcosa nella sua vita. Quello che spinge me è il fatto che la compagnia per cui lavoravo era più interessata al profitto che alla vita della gente. Sono venuta a Bhopal per lavorare con i sopravvissuti che si stanno ancora battendo per avere cure migliori e acqua pulita e perché vengano giudicati gli individui e le multinazionali responsabili del disastro. Un quarto di secolo in attesa di giustizia è lungo, ma ho la speranza che alla fine ognuno riceverà secondo giustizia.

Quali sono i problemi maggiori oggi a Bhopal e quali le vostre richieste più importanti?
In questi 25 anni di infinita sofferenza umana sono morte più di 25.000 persone. Ognuno degli oltre mezzo milione di colpiti ha perso un parente, un amico o un vicino. Un quinto soffre ancora in modo cronico di una varietà di malattie fisiche e mentali dovute all‚esposizione alla sostanza tossica. Decine di migliaia di bambini nati dopo il disastro soffrono di disordini della crescita e dello sviluppo. Centinaia di bambini sono nati e nascono con difetti dovuti all‘esposizione dei genitori ai veleni della Carbide, sia attraverso il gas tossico che attraverso l‚acqua contaminata dai rifiuti chimici della fabbrica.
Bhopal è il peggior massacro multinazionale nella storia, eppure le multinazionali e i loro dirigenti accusati di omicidio, lesioni gravi e altri capi di accusa penali, rimangono impuniti e lontani dai tribunali indiani. Nel frattempo l‘accusato principale continua a fare affari in India attraverso la Dow Chemical Company, che ne è l‚attuale proprietaria.
C‘è anche un crimine ambientale globale che continua da 25 anni: l‚acqua di falda e il terreno in un‘area di oltre 20 chilometri quadrati, sono contaminati con sostanze chimiche che causano cancro e malformazioni fetali e danneggiano il fegato, i polmoni, i reni e il cervello. Alcune di queste sostanze sono state trovate nel latte materno in comunità che vivono vicino alla fabbrica e alla discarica dove sono ancora sepolte 10.000 tonnellate di rifiuti pericolosi. Quest‚area include i 35 ettari della fabbrica dove, secondo le ammissioni della stessa Union Carbide, i rifiuti pericolosi sono stati scaricati in oltre 20 punti. La Union Carbide ignora le disposizioni dei tribunali indiani e la Dow Chemical dice di non potersi assumere le responsabilità di una compagnia che è sua al 100%.

Perché ha deciso di fare questo giro in autobus nel 25° anniversario del disastro di Bhopal?
Per dire alla gente che questo non è un disastro avvenuto 25 anni fa, ma che esso continua ancora adesso. Per portare a conoscenza degli Europei che la storia di Bhopal non riguarda solo Bhopal, ma è la storia dell‘avidità delle multinazionali che mettono il profitto prima della vita umana e ambientale. L‚autobus è un mezzo con cui è facile viaggiare attraverso molti paesi, fermarsi nei piccoli posti e collegarsi ad altre comunità che combattono battaglie analoghe. Questo giro in autobus serve anche a promuovere la conoscenza e a raccogliere fondi per la Sambhavna Clinic, che fornisce gratuitamente le migliori cure alle persone avvelenate dalla Union Carbide. (per ulteriori informazioni: www.bhopal.org).

L‘anno scorso lei si è fermata anche all‚impianto della Bayer di Institute, negli Stati Uniti, dove nel 2008 ci fu una enorme esplosione. Come sono state le reazioni alla sua visita ad Institute?
E‘ stato uno dei pochi posti negli Stati Uniti, in cui siamo entrati in contatto con un‚altra comunità colpita. E‘ stato un momento emozionante ed è stato shoccante vedere che dal disastro di Bhopal non è stata appresa alcuna lezione. Ci ha molto rattristato vedere la prossimità della fabbrica alle comunità dei residenti. Appena si entra in città si viene avvolti dall‚odore delle sostanze tossiche e non si riesce a liberarsene fino a quando non si lascia la città. Dopo aver parlato con moltissime persone della comunità, sono rimasta sconcertata nel vedere le somiglianze delle malattie da cui sono affette le donne e i bambini, derivanti dal lento avvelenamento causato dall‘impianto della Bayer. La gente a Institute è malata come a Bhopal. Nessuno studio approfondito è stato svolto da qualche agenzia scientifica, sull‚inquinamento dell‘acqua, la morbilità, l‚incidenza del cancro ecc. E, come a Bhopal, anche a Institute i più colpiti erano i poveri e i neri.

Per quale motivo è venuta a Leverkusen, la sede del quartier generale della multinazionale Bayer?
Uno dei motivi principali per venire a Leverkusen, era di dire alla gente di questa città e ai lavoratori della fabbrica della Bayer, quali crimini vengono commessi dalla Bayer in altri paesi. Vogliamo che la gente di Leverkusen sappia che non ci devono essere più altre Bhopal nel mondo e che nessuno più deve patire quello che la gente di Bhopal e Institute patisce.

Cosa si deve fare per prevenire altre catastrofi come quella di Bhopal?
Le Compagnie Multinazionali e gli individui stessi che commettono tali crimini devono essere puniti adeguatamente. Devono essere trattati da criminali e la morte causata dai loro veleni deve essere equiparata all‘omicidio, così come la violenza dei loro veleni sui corpi delle donne deve essere considerata come uno stupro e le malformazioni alla nascita dovute all‚esposizione a quelle sostanze chimiche, devono costituire crimini di rilevanza penale. Se non riusciamo a invertire la norma che consente alle multinazionali di arrivare in un posto, danneggiare, uccidere, inquinare e poi andarsene senza alcun carico criminale, abbiamo ben poche possibilità di prevenire altre catastrofi come Bhopal. Anche il principio di precauzione dovrebbe essere adottato e studiato. Vorremmo sapere perché, sostanze così tossiche e pericolose, devono proprio essere prodotte in posti in cui sono a rischio vite umane e ambiente.

ulteriori informazioni:
· Impianto della Bayer negli USA: Sistemi di emergenza difettosi
· USA: Esplosione nell‘impianto della Bayer a Institute
· Assemblea annuale degli azionisti Bayer: presentate le contromozioni