Quotidiano di Sicilia, 15/7/2005
Chimica sotto accusa per giochi e farmaci
Dopo le denunce di Greenpeace, il Parlamento europeo ha deciso di vietare nei giocattoli sei sostanze che ammorbidiscono la plastica. I giocattoli di plastica venduti in Europa dovranno essere più sicuri dopo la decisione del Parlamento Europeo di bandire sei sostanze impiegate per ammorbidire la plastica. Dopo le prime denunce di Greenpeace 8 anni fa, interminabili manovre dell‚industria chimica, voluminosi studi, bandi temporanei, i bambini europei saranno protetti da 6 tipi di ftalati, un gruppo di sostanze chimiche sospettate di causare danni ai reni, al fegato, al sistema riproduttivo.
Tre ftalati (Dehp, Dbp, Bbp), identificati come dannosi per il sistema riproduttivo sono stati banditi da tutti i prodotti per bambini senza limite di età, mentre altri tre (Dinp, Didp and Dnop) sono stati proibiti solo per giocattoli e altri articoli per l‘infanzia destinati ad essere introdotti nella bocca.
„Abbiamo aspettato davvero troppo per questa decisione e ci auguriamo che il prossimo passo sia l‚inserimento nella nuova normativa chimica europea, Reach dell‘obbligo di sostituire i composti chimici pericolosi con alternative più sicure. Se i genitori vogliono essere più sicuri, intanto, non devono comprare nulla in PVC o vinile, perché le leggi non ci proteggono ancora abbastanza“ afferma Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento. Greenpeace ha testato una serie di giocattoli di plastica come bambole, paperelle per il bagno e giocattoli per la dentizione nel ‚97 e due anni dopo il Parlamento europeo approvò un primo bando temporaneo agli ftalati, mentre in Italia un decreto ministeriale ne vietava l‘impiego in alcuni articoli per bambini al di sotto dei 3 anni.
„Il bando raggiunto sottolinea quanto sia lento l‚attuale processo di regolazione dei composti chimici e allo stesso tempo mostra l‘urgente bisogno di una normativa più stringente. L‚industria chimica europea, nonostante sia la maggiore al mondo, ancora immette sul mercato sostanze non testate in modo appropriato“, commenta Polidori.
Lo scorso aprile, in Italia, Greenpeace ha analizzato dei giocattoli, tra cui Spiderman Flip „n zip e Barbie Fashion Fever di Mattel, trovando concentrazioni elevate in particolare di di-isononil ftalato (Dinp), un altro ftalato indesiderato. Sul sito www.greenpeace.it ed in tutta Italia, grazie all‘impegno dei Gruppi Locali di Greenpeace continua la raccolta di firme per chiedere una chimica più sicura, una normativa Reach più forte che preveda l‚obbligo di sostituzione delle sostanze pericolose. “Oggi abbiamo l‘opportunità di arrivare ad una effettiva tutela dell‚ambiente e dell‘uomo se Reach non verrà ancora indebolito dalla pressione della industria chimica che ha già ottenuto la esclusione della maggior parte dei 100.000 composti immessi sul mercato europeo„ conclude Polidori.
Pfizer minimizza e rassicura ma subito dopo un‚inchiesta di “Cbs News„ fa riesplodere il caso del rischio cecità collegato al Viagra. A fine maggio la Food and Drug Administration (FDA) aveva aperto un‘indagine su questo possibile rischio dei farmaci contro le disfunzioni erettili, dopo aver ricevuto 38 segnalazioni di cecità legata al Viagra, e quattro relative al Cialis, prodotto da Eli Lilly.
La Fda aveva preso contatti anche con Bayer, GlaxoSmithKline e Shering, che commercializzano il Levitra, per verificare se il problema fosse comune a tutta la classe di questi farmaci e per inserire un‚eventuale avvertenza d‘uso in tutti e tre i medicinali.
Il 27 giugno Pfizer ha dichiarato di aver riesaminato tutte le segnalazioni su eventi oculari ricevute durante la commercializzazione del Viagra, autorizzato nel 1998, concludendo che non c‚è alcun aumento di rischio di cecità o di altri seri problemi visivi per coloro che utilizzano il farmaco. I casi che sono stati riscontrati sono dovuti alla presenza di fattori di rischio già presenti nei pazienti in questione.
Anche secondo la Fda non c‘è alcuna relazione causale tra il Viagra e il rischio di neuropatia ottica ischemica anteriore non-arteritica (Naion, che può alterare la circolazione sanguigna a livello del nervo ottico, causando cecità). Nonostante ciò, la casa farmaceutica ha informato che sta arrivando ad un accordo con la Fda per inserire nel foglietto informativo del Viagra un‚avvertenza su questo rischio, anche se è estremamente raro. La Fda ha chiesto modifiche alle avvertenze anche agli altri produttori di farmaci contro le disfunzioni erettili. Qualche ora più tardi, “Cbs News„ ha diffuso una propria inchiesta, analizzando quattro anni di segnalazioni giunte alla Fda, da cui risulta che più di 800 utilizzatori del Viagra hanno avuto problemi alla vista e 140 di questi sono stati colpiti da cecità totale o parziale. Anche se questo non prova un legame diretto tra Viagra e cecità, sottolinea “Cbs News„, indica però che il problema potrebbe essere più ampio di quanto sinora ritenuto.
Secondo Pfizer si tratta di una notizia che allarma inutilmente i pazienti.
Infine, una curiosità: in un comunicato del 27 maggio, Pfizer conteggiava in oltre 23 milioni coloro che hanno utilizzato il Viagra, in tutto il mondo, da quando è in commercio. Nel comunicato di un mese dopo, questo numero ha avuto un‘improvvisa impennata, salendo a più di 27 milioni. Una ricercatrice sulla sicurezza della Food and Drug Administration (Fda), il cui nome non è stato reso noto, aveva informato i vertici dell‚Agenzia di controllo statunitense sul rischio di cecità legato al Viagra sin dal 1° marzo 2004 ma la Fda, troppo occupata ad autorizzare nuovi farmaci, non diede seguito alla richiesta di informare medici e pazienti, modificando il foglietto delle avvertenze del Viagra. Ciò è avvenuto solo alla fine di maggio 2005, dopo il clamore suscitato da una ricerca dell‘Università del Minnesota, pubblicata dal “Journal of Neuro-Ophthalmology„.
E‚ quanto ha denunciato il senatore repubblicano Charles Grassley, presidente della Commissione Finanze, che nel novembre 2004 condusse le audizioni sulla sicurezza dei farmaci, che fecero esplodere il caso del Vioxx e di altre medicine, mettendo sotto accusa la condotta reticente della Fda. Grassley torna all‘attacco in una lettera al Commissario vicario della Fda, Lester Crawford, sottolineando come il caso del Viagra dimostri ancora una volta la negatività di tenere in un’unica struttura i compiti di autorizzazione dei nuovi farmaci e il controllo della loro sicurezza una volta che sono sul mercato. La Fda ha tempo per rispondere a Grassley fino al 15 luglio. Il senatore ha chiesto che gli vengano messi a disposizione tutti i documenti su Viagra e rischio di cecità, incluse le note interne, le e-mail e le corrispondenze con Pfizer, produttrice del farmaco.
La notizia è stata pubblicata dal “Washington Post“ del 1° luglio.