Corriere delle Alpe, 2 giugno 2013
Donna s’ammala, condannata la Bayer
Dopo 9 anni di battaglie legali, il colosso tedesco dovrà risarcire una bellunese debilitata dall’assunzione del Lipobay
BELLUNO. Per due anni, dal 1998 al 2000, una casalinga bellunese rimase debilitata per i gravi effetti collaterali provocati da un farmaco per combattere il colesterolo, a base di cerivastatina: il Lipobay. Ora, a distanza di nove anni dall’inizio del braccio di ferro giudiziario, davanti al tribunale civile di Belluno, il giudice Federico Montalto ha riconosciuto alla donna (assistita dall’avvocato Francesco Rasera Berna) il risarcimento dei danni biologici ed ha condannato la Bayer, il colosso farmaceutico tedesco, a rifonderle la somma di ventimila euro. Il giudice ha infatti riconosciuto la sussistenza del nesso causale tra l’assunzione del farmaco e la manifestazione dei sintomi che provocarono alla casalinga una debilitazione.
La vicenda risale ancora al dicembre 1998 quando la donna, per l’alto livello di colesterolo riscontratole, si sottopose al trattamento farmacologico a base di Lipobay. Dopo alcune settimane, però, la donna iniziò a sentirsi male con sintomi mai provati in precedenza, dolori alle gambe, stanchezza generale, cardiopalmo quando era distesa, insonnia e mal di testa. Nonostante la donna, preoccupata per quei continui malesseri, si fosse sottoposta ad accurati esami, i medici riscontrarono tutti valori nella norma. La signora interruppe l’assunzione del Lipobay, quando, nell’agosto del 2001, la Bayer ritirò il farmaco dal commercio a seguito di numerose segnalazioni di morti sospette e patologie correlate alla sua assunzione. E poco dopo tornò a stare meglio.
La notizia della presunta nocività del farmaco, costrinse la procura della Repubblica di Torino ad aprire un’inchiesta per verificare se la Bayer avesse avvertito tempestivamente il ministero della Salute e per vedere se il farmaco fosse stato tempestivamente ritirato dalle farmacie e dagli ospedali.
La donna bellunese, assistita dall’avvocato Rasera Berna, nel novembre 2004 decise di presentare una causa civile contro il colosso farmaceutico tedesco, che il giorno dell’annuncio del ritiro del farmaco perse il 16% del titolo, chiedendo un adeguato risarcimento dei danni.
Un risarcimento dei danni che è stato quantificato dal giudice in 20.000 euro complessivi, diecimila all’anno. Il magistrato ha infatto ritenuto provati i presupposti di responsabilità della casa farmaceutica. «In primo luogo – si legge nella sentenza – occorre rimarcare come siano provati i sintomi» lamentati dalla donna come «i dolori muscolari alle gambe, l’epigastralgia, i dolori retrosternali» e altro. Il giudice prosegue in sentenza sottolineando come «sussiste il nesso causale tra assunzione del farmaco e manifestazione della sintomatologia» accusata dalla donna. La prova del nesso si fonda su tre fattori. Primo: il fatto che lo stato di malessere sia stato accusato dalla donna, né prima né dopo, ma durante il periodo di assunzione del farmaco contenente il principio attivo Lipobay. Secondo: che durante il periodo in cui la donna stava male non sono emerse cause alternative all’effetto del farmaco. Terzo: che i sintomi lamentati rientrano tra gli effetti collaterali del farmaco. A questo punto il giudice sottolinea in sentenza quanto rilevato dal consulente tecnico d’ufficio ossia «i sintomi come il dolore muscolare, la tosse ed insonnia» rientrano tra le conttroindicazioni del principio attivo del Lipobay.
Dopo due anni di calvario e nove di battaglia giudiziaria, la donna bellunese ha vinto il braccio di ferro contro il colosso farmaceutico tedesco. di Marco Filippi
Ulteriori informazioni:
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=> US Supreme Court allows cholesterol drug suit
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=> NY Times: Bayer Knew of Dangers of Its Cholesterol Drug
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