Comunicato Stampa del 22 Agosto 2006
Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (Germania)
Centre for Sustainable Agriculture (India)
Pesticide Action Network (PAN) Asia and the Pacific
Residui di pesticidi nelle bibite / Avvelenamento di lavoratori nel settore agricolo
La Bayer sollecitata a ritirare dal mercato indiano i pesticidi pericolosi
Mentre le autorità, i media e il pubblico indiano, dibattono un recente rapporto sui livelli eccessivi di residui di pesticidi trovati nella Coca, nella Pepsi e in altre bibite, non viene prestata alcuna attenzione al vero problema, che già uccide dozzine di indiani ogni anno: i mortali pesticidi usati in agricoltura su molti raccolti. Gli Indiani poveri pagano un alto prezzo per l‚uso dei pesticidi in agricoltura. Per questa ragione il Centre for Sustainable Agriculture, con base in India, il Pesticide Action Network, Asia and the Pacific, e la tedesca Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer vogliono sollecitare i produttori a ritirare dal mercato Indiano tutti i pesticidi ad alta tossicità.
Secondo Kavitha Kuruganti del Centre for Sustainable Agriculture: „Molti di questi pesticidi estremamente pericolosi sono prodotti da compagnie internazionali come la Bayer, la DuPont e la Syngenta, le quali da molto tempo hanno smesso di produrre e vendere tali pesticidi nei paesi sviluppati. Mantengono però un doppio standard nei confronti dell‘India dove producono quegli stessi pesticidi e li vendono con una politica di mercato aggressiva.“ Il nostro Centro ha documentato dozzine di casi di avvelenamento, molti dei quali mortali. „Per esempio“, continua Kuruganti, „il pesticida Hinosan, della Bayer, il cui ingrediente attivo è l‚edifenfos, ha avuto un ruolo negli avvelenamenti da noi documentati.“
„Il Pesticide Action Network Asia and the Pacific, in collaborazione con partners in India e in altri paesi asiatici, ha documentato come i pesticidi di Classe I (così come quelli di Classe II come endosulfan e paraquat, considerati erroneamente ‘meno pericolosi‚), continuino ad avvelenare migliaia di braccianti e agricoltori in tutta l‘Asia“, afferma Sarojeni V. Rengam, Direttore Esecutivo. „E‚ una smisurata tragedia che i pesticidi di Classe I, così come anche il paraquat e l‘endosulfan che sono estremamente pericolosi nelle reali condizioni d‚uso presenti nel Sud del mondo, siano ancora così largamente usati. Chiediamo ai maggiori produttori del mondo di endosulfan, Bayer; e di paraquat, Syngenta, di cessare immediatamente la produzione di questi pesticidi mortali.“
Bayer CropScience è l‘azienda leader nel mercato dei pesticidi in India. In molte parti del mondo la Compagnia vende pesticidi inclusi dalla Organizzazione Mondiale per la Sanità (WHO) nelle Classi Ia (estremamente pericolosi) e Ib (altamente pericolosi), come Thiodicarb, Disulfoton, Parathion, Fenamiphos, Azinphos-methyl, Methamidophos e Oxydemeton Methyl. Philipp Mimkes, della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer che controlla l‚operato della Bayer da 25 anni, afferma: „Nel 1996 la Bayer ha promesso di sostituire, tutti i pesticidi classificati in Classe I dal WHO, con prodotti di minor tossicità. E‘ chiaro che la Compagnia è venuta meno alla promessa fatta. I prodotti della Bayer contenenti questi pericolosissimi ingredienti sono ancora sul mercato, col risultato che migliaia di braccianti e lavoratori del settore agricolo in tutto il mondo vengono avvelenati anno dopo anno.“
In un comunicato emesso dalla Bayer in Germania, la Compagnia ammette di vendere in India un prodotto di Classe I, l‚Hostathion (principio attivo: Triazophos) oltre al Thiodan (principio attivo: Endosulfan). Però il sito della Bayer India elenca parecchie altre sostanze contenute nella Classe I come Larvin (Thiodicarb), Metasystox (Oxidemeton Methyl), Tamaron (Methamidophos) and Folidol (Parathion Methyl).
Il Centre for Sustainable Agriculture (India), il Pesticide Action Network, Asia and the Pacific e la CBG sostengono che un uso sicuro dei pesticidi è impossibile in India e in generale nel Sud del mondo, a causa della povertà, dell‘analfabetismo e di altre condizioni sia sociali che climatiche, che non consentono l‚uso di indumenti protettivi o l‘istituzione di altre misure di sicurezza. Essi criticano le strategie di mercato dell‚industria volte a dare ai pesticidi l‘immagine di prodotti „sicuri“ e richiamano il Codice di Condotta della FAO, del quale l‚India è firmataria e che è stato accettato anche dall‘industria dei pesticidi, che raccomanda che i pesticidi di Classe I e II non vengano utilizzati nei paesi in via di sviluppo.