Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (Germania)
Comunicato stampa, 10 aprile 2006
Bayer: disinformazione sulla difesa del clima
„La multinazionale Bayer si vanta pubblicamente del suo ruolo di pioniere nell‚abbattimento dei gas a effetto serra. Ma l‘affermazione della Bayer di aver significativamente ridotto l‚emissione di gas con effetti dannosi sul clima, è insostenibile.“
Il Rapporto sulla sviluppo sostenibile della Bayer afferma: “Nel 2002 il gruppo Bayer, ha già raggiunto e superato il traguardo della riduzione del 50% di emissioni dirette di gas a effetto serra, inizialmente posto al 2010. L‘Amministratore Delegato della Bayer, Werner Wenning, ha recentemente sostenuto che la compagnia „ha ridotto la sua emissione di gas a effetto serra di oltre il 60% dal 1990.
Ma a guardare bene, questi risultati non sono tali e il calo delle emissioni, in gran parte, è solo sulla carta.
· La quantità di energia acquistata dalla Bayer da terzi è aumentata considerevolmente. Mentre nel 1992 la Bayer produceva autonomamente l‚83% del suo fabbisogno di energia, dieci anni dopo questa cifra era scesa al 58%. Le emissioni di CO2 prodotte dai fornitori esterni non figurano nel bilancio climatologico della Bayer.
· Nel 2001 la Bayer ha venduto la sua sussidiaria EC Erdoelchemie, responsabile dell‘emissione di 3,1 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Queste emissioni sono state semplicemente riallocate sul conto del nuovo gestore, la BP.
Philipp Mimkes della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer: “La Bayer inganna volutamente il pubblico: la vendita di una sussidiaria non ha nulla a che fare con la protezione del clima e un bilancio delle emissioni di gas a effetto serra che esclude quelle dei propri fornitori di energia non ha alcun senso. A causa di queste affermazioni fuorvianti, la Bayer dev‚essere esclusa da tutti i fondi etici e di sostenibilità. Per proteggere davvero il clima la Bayer deve ridurre sostanzialmente il suo consumo di energia.„
Anche i consulenti della direzione, Arthur D. Little e il Dr. Hardtke, si sono lamentati che la Bayer ha abbellito il quadro. Nella loro valutazione del “Rapporto sulla sostenibilità„ della Bayer, scrivono: “Oltre al consumo di energia il rapporto contiene anche le emissioni di CO2. Questa informazione è però di limitata rilevanza in quanto non include le forniture esterne di energia e le riduzioni risultanti sono in parte dovute all‘incremento delle forniture energetiche esterne.„ Perfino la BASF, una concorrente della Bayer, non vede la necessità di ricorrere a queste finzioni e, nel proprio “Rapporto ambientale„, include le emissioni dei suoi fornitori.
La Bayer usa frequentemente i suoi bilanci climatologici truccati per le proprie pubbliche relazioni. Il Gruppo Bayer è stato recentemente incluso nel Climate Leadership Index (Indice di eccellenza climatologica), “la prima borsa valori della protezione climatica„. Per il suo bilancio climatologico, la Compagnia è stata anche inclusa in fondi di sostenibilità come il Sustainability World Index (Indice mondiale di sostenibilità). Nel dicembre del 2005 la Compagnia ha addirittura ricevuto il “Low Carbon Leaders Award„ (Premio per l‚eccellenza nelle basse emissioni di carbonio). La stampa ha riportato dettagliatamente queste informazioni sempre facendo riferimento alla supposta riduzione del 60% delle emissioni dannose per il clima.
Philipp Mimkes aggiunge: “L‘industria chimica in Germania è il terzo maggior nemico del clima dopo quelle per la produzione di energia elettrica e dei metalli. La Bayer, con i suoi fornitori, emette circa 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. La Bayer evidentemente cerca di sminuire il fatto che la Compagnia è ancora tra i maggiori nemici del clima in Germania.“