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I giganti biotech abbandonano il campo

"Il Manifesto" , 17 ottobre '03

Dopo Bayer CropScience, anche Monsanto, multinazionale americana biotech, annuncia il ritiro dalla Gran Bretagna. E dall'Europa.

Il gigante biotech europeo Bayer CropScience, sussidiaria del gruppo chimico-farmaceutico tedesco Bayer, ha deciso di interrompere tutti gli esperimenti in Inghilterra nei campi transgenici. La notizia era giunta il 29 settembre: "i test riprenderanno quando le condizioni saranno più favorevoli", citava il "The Observer".

Oggi, anche il gigante globale dell'agricoltura transgenica Monsanto lascia l'Inghilterra e, presumibilmente a breve, l'Europa. La decisione è chiudere il quartier generale a Cambridge (mandando a casa 80 ricercatori), i campi sperimentali in Francia, Germania, Rep. Ceca, e, a catena, le sedi in Europa. Nel comunicato ufficiale si legge: "Mid-Term Strategic Actions:(...) i piani includono: (1) Ridurre i costi associati all'erbicida Roundup, (2) uscire dal business europeo di varietà vegetali e sementiero; e (3) interrompere i programmi di agrofarmaceutica".

I manager affermano che si tratta di un "riposizionamento strategico". Ma è difficile non collegare le mosse a un'impasse finanziaria e ai risultati del dibattito "GM Nation" in Inghilterra (sfavorevolissimi agli OGM, vedi nostra new), al prosieguo della moratoria in Europa, alla decisione del Parlamento europeo di etichettare i prodotti transgenici per lo 0,9%, all'ostilità diffusa per gli ingredienti alterati geneticamente.

La commissaria Ue all'ambiente, Margot Wallstrom, aveva dichiarato che le compagnie americane di biotecnologia "stanno mentendo e costringendo" l'Europa ad adottare tecnologie di manipolazione genetica insostenibili. Quanto alla Gran Bretagna, lo studio voluto dal governo Blair (favorevole agli OGM, che a breve deciderà se dare il via libera alla produzione e alla commercializzazione di organismi geneticamente modificati) è durato tre anni e ha preso in esame tre diversi raccolti, mais, colza e barbabietola. Le coltivazioni di barbabietola e di colza sono risultate più dannose per l'ambiente delle coltivazioni normali. Le ripercussioni si sentiranno ancora in terra inglese: sul governo Blair sta per abbattersi l'onda lunga delle autorizzazioni facili, che ha già spazzato la FDA, l'ente americano di controllo, facendo cadere qualche testa fra gli amici dell'agrobusiness.

I Friends of the Earth inglesi e gli ambientalisti sono soddisfatti anche perchè ritengono una vittoria il fatto che Monsanto abbia deciso di ritirarsi. Sembra proprio che Monsanto abbia rinunciato alla conquista di un mercato europeo che si sta dimostrando sempre più ostile, sostengono gli ambientalisti: per Friends of the Earth si tratta di "una vittoria importante per il movimento anti-OGM: Monsanto ha capito di aver fallito in Europa".

Bayer ritira alcune varietà sperimentali dalla Gran Bretagna
In Gran Bretagna la Bayer CropScience, il braccio inglese della multinazionale tedesca Bayer, ha ritirato sei domande di approvazione per altrettante varietà di sementi geneticamente modificate dalla National Seed List. L'ingresso di una varietà nella lista è il primo passo per autorizzare la sua commercializzazione in Gran Bretagna. Una volta nella lista, le sementi candidate sono sottoposte a vari test sperimentali. La spiegazione ufficiale è che, siccome in Europa le varietà di sementi, GM o meno, sono approvate solo se offrono vantaggi aggiuntivi rispetto a quelle già presenti sul mercato, la multinazionale ha deciso di ritirare le varietà deficitarie, quelle cioè che sarebbero state superate da altre già esistenti. La decisone della Bayer inglese segue quella presa all'inizio dell'anno di interrompere tutti i campi sperimentali di colture GM in Gran Bretagna, con la motivazione che rischiavano di venire distrutti o danneggiati da attivisti contrari agli OGM.